martedì 26 ottobre 2010

Foto di gruppo

Questa è la copertina di Foto di Gruppo, l'antologia che l'etichetta Teiera presenterà al prossimo Salone del fumetto di Lucca, dal 29 ottobre al 1 novembre 2010. E' un progetto che definirei "situazionista". I 34 autori sono partiti da una foto degli anni 60, questa:
Ogni bamboccio (compresi i preti) è stato associato a un disegnatore, che in assoluta libertà ne ha immaginato la storia.
Il mio bamboccio è il numero 10.
Nel loro blog Giulia Sagramola e Cristina Spanò, che sono l'anima di Teiera, dicono che la foto è di uno dei loro genitori. Data la storia che ho scritto mi auguro che non sia il numero 10, il ragazzetto qua sotto...
Ah... La prefazione è di Luca Vanzella!

sabato 23 ottobre 2010

Teiera

Questa è invece la prima pagina di un racconto fatto per Teiera.
Sarà contenuto all'interno di un'antologia che verrà presentata a Lucca la prossima settimana.

giovedì 21 ottobre 2010

Follia per Mamma!

Una vignetta mia tratta da una storiella di due pagine pubblicata sull'ultimo numero di Mamma!, interamente dedicato alla follia, in tutte le sue declinazioni. Per info andate qui.

mercoledì 6 ottobre 2010

Ricordo di Franca Dendena

Purtroppo Francesca non l'ho conosciuta. Non ho fatto in tempo.
Ma ho letto le sue parole. L'ho incontrata nei racconti degli amici.
E l'ho anche disegnata in più sequenze del fumetto su Piazza Fontana.
Francesca è mancata questa mattina.
Per l'impegno, l'intelligenza e la costanza il suo sarà un testimone duro da raccogliere.
Mando un abbraccio forte ai suoi familiari.

Qui sotto riporto un pezzo tratto dal blog di Francesco:
E’ morta questa mattina Francesca Dendena, storica rappresentante dell’associazione vittime della strage di Piazza Fontana. Aveva perso il padre, Pietro, nella “madre di tutte le stragi”, snodo cruciale della strategia della tensione. Il 12 dicembre 69 Francesca era un’adolescente, ma da allora e per i quarant’anni successivi si è distinta per lucidità e determinazione nella battaglia di verità e giustizia.
L’avevo incontrata nel marzo 2009, a casa sua. Era già ammalata, ma combattiva come sempre. “Devo partire da un aneddoto di quarant’anni fa, quando andammo a recuperare la macchina di mio padre. Già allora incontrammo alcuni giornalisti e a me – forse per esuberanza giovanile – venne spontaneo dire: mai più… Una cosa del genere non dovrà più succedere. E io, dicevo a me stessa, avrei dovuto impegnarmi affinché un’esperienza così terribile non dovesse capitare ad altri”.
Quel giorno dovevo intervistarla per il libro che stavo curando con Matteo Fenoglio sulla strage, che sarebbe uscito pochi mesi dopo (“Piazza Fontana”, ed. BeccoGiallo). Le avevo fatto leggere la prima bozza della sceneggiatura, e nel fumetto aveva notato una citazione dell’intervista che mi aveva concesso nel 2005, a pochi giorni dalla sentenza “tombale” della Cassazione (un verdetto che, pur riconoscendo le responsabilità della destra eversiva, aveva mandato assolti gli imputati). Proprio la vicinanza temporale a quella sentenza aveva portato Franca a parole amare: “Se penso a questo, al dolore dei parenti delle vittime, a tutte le battaglie fatte per avere giustizia, viene spontaneo dire: hanno vinto loro, quelli che hanno voluto le stragi…”. Nel marzo 2009, rileggendo quelle parole, aveva commentato: “dovevo essere proprio demoralizzata, in quel periodo!”.
Entrambi gli aneddoti possono far capire il temperamento e il livello di impegno civile di Franca. Quella battaglia di verità e giustizia, per lei, trascendeva il livello personale e la sentiva un dovere civile. Inoltre, considerava quello sfogo amaro non del tutto veritiero: “noi non ci siamo mai fermati. Ed abbiamo continuato a chiedere risposte, anche e soprattutto a quelle istituzioni da cui ci sentivamo delusi. … Credo che se certi risultati li abbiamo ottenuti lo dobbiamo proprio alla caparbietà di chi non si è mai arreso, anche continuando a chiedere risposte alle istituzioni. Risultati incompleti, certo, ma da non sottovalutare. … Recentemente ci siamo costituiti formalmente anche in un’associazione nostra: ‘Piazza Fontana 12 dicembre 1969. Centro studi e iniziative sulle stragi politiche degli anni ‘70’. Abbiamo deciso che dopo la sentenza questo sarà il nostro compito: continuare a raccontare la storia del 12 dicembre, innanzitutto nelle scuole… Tutto questo per far sì che nulla di questa vicenda venga distorto, per far sì che non ci sia più nessuno che dimentichi che questo è stato un Paese dove le stragi di cittadini innocenti sono state un mezzo usato per indirizzare la politica. Abbiamo deciso di farlo solo ora, e può sembrare strano, a quarant’anni dai fatti. In realtà abbiamo pensato che questo può essere lo strumento più adatto per proseguire nel nostro compito, che è anche una sorta di passaggio del testimone della memoria alle prossime generazioni”.

Mi piace chiudere questo ricordo proprio con quella sua frase sul “passaggio del testimone”, ancora più significativa oggi, dopo la scomparsa di Franca.
Le rivolgo un ultimo saluto, consapevole che la sua battaglia deve continuare proprio perché interesse di tutti. Il migliore messaggio ai suoi familiari (e a tutti i componenti dell’associazione) oltre a un affettuoso abbraccio è assicurare che da parte nostra non resteranno soli in quell’impegno.

Francesco “baro” Barilli

sabato 2 ottobre 2010

Treviso e ritorno


E' un po' di tempo che questo blog non scorre...
Dunque!
Quest'anno avevo dei buoni motivi per andare a Treviso.
Intanto era il secondo anno che Alpo mi ci invitava.
Poi sapevo che avrei rivisto un po' di amici.
E infine ero (con sorpresa) in nomination per il premio Boscarato nella categoria "Autore rivelazione dell'anno" per Piazza Fontana.
Mi avevano tutti parlato bene del Treviso Comic Book Festival. Mi avevano anche detto che era una cosa piccolina, con una lunga tradizione ma anche con un recente cambio gestionale (e generazionale?) ancora tutto in divenire.
E' vero, probabilmente è un festival in divenire. Ma, date le premesse, non penso sia troppo difficile azzardare un ulteriore salto di qualità nelle prossime edizioni.
Ci ho riflettuto su. Se fossi stato un semplice appassionato, un semplice visitatore, probabilmente mi sarei divertito lo stesso. E' il primo festival di fumetti dove vedo che alle feste e agli incontri non ci sono solo gli autori e gli editori, ma un sacco di gente "comune". E questo è un merito degli organizzatori, che sono stati in grado di tirar su un'atmosfera molto intima e amichevole. Ma anche di creare quella piccola aspettativa che si verifica quando gli eventi vengono ben confezionati e pubblicizzati.
Poi le mostre erano buone. Idem gli incontri (almeno i due a cui ho partecipato).
Mi ha fatto piacere conoscere Marina Girardi e Francesca Follini, che erano con me nella lista delle nomination e che conoscevo solo per i loro lavori. Un abbraccio a entrambe.
Ho rivisto volentieri Rocco Lombardi che, nonostante la distanza geografica, è forse l'amico che ho incrociato più spesso negli ultimi mesi. Un abbraccio anche a te Rocco.
Sono contento di avere fatto anche questa volta due chiacchiere con Michele Ginevra del CFAPaz. A lui, e alle conversazioni fatte con lui, va la mia gratitudine. Michele è uno dei pochi in grado di contestualizzare la pratica del fumetto nella vita quotidiana (e per quotidiano non intendo la routine, ma ltutto quel che è inerente al politico e al sociale).
E poi Alpo, Luca Vanzella e Luca Genovese, Giulia Sagramola e Eleonora Antonioni, Lise e Talami, Emile Bravo, Gianluca Maconi.
A tutti voi un abbraccio forte.
Poi alla fine il Premio Boscarato l'ho vinto e lasciatemelo dedicare a Baro, che del resto è anche un po' suo.
Qui le foto della premiazione e qui i premiati.
Viva!